giovedì 11 aprile 2013

Quando i castellani giocavano a scacchi...





L'amico architetto e scacchista Alessandro Goio ha intrattenuto il pubblico, lo scorso 4 aprile, raccontando del ”gioco degli scacchi, passatempo per dame e cavalieri nei castelli medievali”. In una sala del Museo Tridentino di Scienze Naturali, Goio ha così divulgato i contenuti della sua approfondita ricerca storica, effettuata per conto dell'Istituto Italiano dei Castelli Sezione Trentino Alto – Adige. Molto gentilmente, l'architetto ci ha offerto una sintesi per il nostro blog, soffermandosi in particolare sugli affreschi scacchistici del castello di Arco, cui abbiamo da tempo dedicato un apposito link in questa home page. 
  

di Alessandro Goio

IL CICLO DI GIOCHI E CAVALLERIA DEL CASTELLO DI ARCO
La campagna di restauri realizzata al castello di Arco tra il 1986 e il 1989 dalla Soprintendenza per i beni architettonici della Provincia Autonoma di Trento sotto la guida dell’arch. Flavio Pontalti ha permesso di recuperare, tra le rovine del castello di Arco, una straordinaria testimonianza della pittura murale a soggetto cortese: si è aperto cosi un nuovo orizzonte per la storia dell‘arte medioevale profana in Italia e non solo.
Si suppone che questi affreschi si possano attribuire a quel "pittore Graziolo" che nel 1380 era stato richiesto da Antonio d’Arco a Ludovico I Gonzaga, signore di Mantova, per fargli eseguire delle pitture nel proprio castello.
La qualità artistica delle pitture, la varietà dei colori, il gusto per i costumi sfarzosi, le movenze flessuose delle figure, l’intensità degli sguardi, le finezze stilistiche e il tono complessivamente ricercato orientano ad attribuire gli affreschi all`area d’influenza della scuola lombarda, che proprio in quegli negli anni aveva raggiunto un altissimo livello, e aveva disseminato numerose tracce anche alla corte dei Gonzaga a Mantova.
Da quanto si legge nelle scene si può dedurre che questa serie di affreschi è dedicata all’educazione della donna, che ha un suo preciso ruolo neIl’esaltazione della vita cortese, dove gli stessi giochi e svaghi assurgono a ideali di vita.
Come indica lo storico olandese Huizinga nell’opera “L’Autunno del Medioevo” si tratta di quella cultura ‘sub specie ludi’, che trionfa nell’etica cortigiana, quando si cerca "l’arte del ben vivere” in piena corrispondenza con gli ideali del mondo cavalleresco. In tal modo si spiega perché nella sala di Arco, accanto alle scene di giochi, si affianchino immagini di vita cavalleresca.
Il ciclo cortese campisce le quattro pareti della così detta “sala dei giochi”(5,60 per 6,50 per 3,20) posta al piano terreno di un corpo di fabbrica diroccato, antistante la torre inferiore del complesso fortificato. Le scene si dispongono in continuità lungo tutto il perimetro della sala trapezoidale, contenute tra due alte fasce decorative continue inquadrate da ampi profili a compassi. Un primo dato caratteristico è proprio la vistosa impaginazione che, vivacizzata da esuberanti motivi naturalistici, imprime un particolare dinamismo all’intera sequenza del ciclo, dalle cornici fino alla composizione dei gruppi e delle figure: tutto che emerge da un intenso fondo blu.
La fascia superiore è doppia: il settore alto, intervallato dalle travi è fortemente lacunoso, appare privo di motivi decorativi; al di sotto si distende entro margini rossi e bianchi un motivo a girali di tralci di vite, con grappoli e foglie. Più artificiosa la fascia inferiore posta a circa 1 m. di altezza costituita da 4 foglie polilobate d’acanto.
La successione delle scene, a partire dall’ingresso della sala e volgendo a sinistra, è la seguente:
A)      Gioco di dadi; *
(I motivi geometrici che decorano gli abiti ricordano gli affreschi del 1330 della Cappella di san Giovanni nella chiesa dei Domenicani a Bolzano commissionate dai banchieri fiorentini De’ Rossi/Bocci/Botsch (Pittore giottesco, Storie della Vergine, corteo nuziale)
B) Gioco di scacchi con quattro figure;
si distinguono pedoni e un alfiere, di tipo arcaico. A Bosco di Civezzano nel 1988 è stato trovato un Alfiere di osso con le stesse caratteristiche datato circa sec XI D.C. (vedi foto in b/n sopra)
Pochi i pezzi in campo, ma va annotato che all’epoca non si usava molto giocare le partite dalla prima mossa, essendo preferite le sfide a partire da una data posizione, come negli attuali “problemi”.
La figura che sembra Dante Alighieri potrebbe essere quella di un maestro girovago di scacchi, professionista diffuso nel tardo Medioevo (la Lombardia vantava in quei secoli molti tra i migliori giocatori europei).
C) Scena di Dame che raccolgono e inghirlandano rose; * *
D) Gioco di tavoliere non identificabile; (P)
E) Gioco di Tavoliere non identificabile (forse Filetto 0 Tria); (P)
F) Un Cavaliere trafigge un drago alato; sullo sfondo una Dama (schema S. Giorgio); *
G) Scena di Imposizione - Investitura cavalleresca; *
H) Cavaliere a cavallo con lancia a fronte di una Dama; *
I) Visibile solo la porzione inferiore di due figure: lembo di tunica (a sx) e piedi corazzati / a dx); (P)
L) Gioco di Tavola reale - Backgammon; (P)
M) Scena completamente abrasa;
N) Scena completamente abrasa;
O) Gioco di scacchi con figura di Dama e Frate”; *
stanno giocando una dama e un frate.
(Intorno al 1300 frate dell'ordine dei Domenicani fu Jacopo da Cessole, autore del trattato Liber de moribus hominum et officiis nobilium super ludo scachorum. In esso gli scacchi sono usati come fonte di ammaestramenti morali. Tale saggio contribuì moltissimo alla diffusione degli scacchi in Italia.)
Compaiono una torre in a1 e un alfiere in h1, entrambi rosso-ocra, e due pedoni neri in a2 e b1: disposizione assai strana probabilmente di fantasia.
P) Visibile solo parte di una figura - contesto indecifrabile.

Legenda:          * scene ben conservate
                        P scene preservate parzialmente

A questo “ciclo cortese” si può accostare il “Ciclo dei mesi” (Torre dell’Aquila, XIV sec.) a Trento coevo degli affreschi di Arco, ma non è l’unica coincidenza, infatti anche in questo caso abbiamo scene di giochi affiancate a scene di vita cavalleresca come risulta dalle seguenti descrizioni:
·      «gennaio» gioco del lancio delle palle di neve
·      «febbraio» gioco della giostra cavalleresca
·      «maggio» raccolta dei boccioli e creazione delle ghirlande
·      «giugno» certame poetico-letterario

 


2 commenti:

  1. In quale museo si trova il pezzo di scacchi trovato a Bosco di Civezzano?

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  2. Qui è dove è stato trovato; il reperto è o dovrebbe nel Museo di Trento e non è esposto. Sono in contatto con la biblioteca di Civizzano ed ho già ottenuto notizie.

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