mercoledì 24 ottobre 2018

Quarant'anni ad alta tensione

Per la 40.a edizione del Festival internazionale "Città di Arco", circolo altogardesano e comitato organizzatore di Cristina Pernici hanno pubblicato un libriccino, distribuito al torneo, che racconta questa lunga storia e riporta l'albo d'oro completo della manifestazione. Ecco il testo iniziale.



Fu per festeggiare il decennale di fondazione del circolo scacchistico altogardesano, che il presidente Umberto Zanin ebbe l'idea di allestire – nel magnifico Salone delle Feste del Casinò municipale, ampio e luminoso - una manifestazione agonistica di carattere internazionale. Già nel '74 Zanin aveva portato ad Arco il Campionato italiano assoluto semilampo, ora alzava significativamente il tiro.
Nell'ottobre 1975 si celebrò così il 1° Festival Scacchistico Internazionale "Città di Arco", sostenuto dalla Cassa Rurale cittadina. Il fondatore e presidente – che tale rimase fino al 1978 - aveva conosciuto qualche tempo prima l'arbitro Gino Piccinin (1911-1995), in occasione dell'ottimo torneo allora proposto da Madonna di Campiglio. Vi aveva partecipato su incitamento di Enzo Lucin, il candidato maestro allora direttore della filiale arcense della Cassa di Risparmio.
L'austero e serissimo Piccinin fu quindi ingaggiato per arbitrare il festival e per tanti anni continuò a dirigerlo con la sua indiscutibile autorevolezza e preparazione, riconosciute dal mondo scacchistico al punto da affidargli, nel 1981, la conduzione della sfida mondiale di Merano tra Karpov e Korchnoy.
Il torneo 1975 fu vinto dallo svizzero Heinrich Tanner davanti a Elio Romani di Lecco e Franco Trabattoni di Seregno. Ai piedi del podio s'infilò il maestro trentino Umberto Masera, per tanti anni eccellenza dello scacchismo provinciale. Ospite d'onore della manifestazione fu l'unico grande maestro allora esistente in Italia, Sergio Mariotti. Anche il circolo si prese qualche soddisfazione, con Zanin 4° tra le III nazionali e i giovani Cis e Cuniali promossi alla stessa categoria.
A lavorare tra le file del circolo organizzatore c'era allora un direttivo forte di appassionati come il dirigente d'azienda Casentini, il medico anestesista Giuliano Fambri, l'insegnante Giovanni Cis, l'altro dirigente d'azienda Marco Santoni, il fotografo Arlunno, i ledrensi Lutterotti ed Eugenio Cuniali.
La manifestazione prese subito piede e notorietà. Per anni la formula del festival fu quella dei tornei separati per le tre categorie nazionali (terza, seconda, prima) e per la categoria magistrale. Tutti si giocavano la possibilità di guadagnare sul campo la promozione alla categoria superiore, raggiungendo una determinata soglia di punteggio. Il risultato "ottico" era che le diverse zone del salone identificavano nettamente il livello dei giocatori, con posto d'onore naturalmente per quelli più forti, subito sotto il palco arbitrale.
Nel 1978 – III edizione, con la presidenza del circolo organizzatore rilevata da Gianni Casentini - la vittoria arrise al francese Alex Casa, maestro internazionale nella composizione di problemi scacchistici. L'anno dopo arrivò quella che rimane l'unica vittoria trentina, siglata da Stefano de Eccher davanti a Daniele Taruffi e al tedesco Wolfgang Gufler. L'avvocato trentino (maestro Fide) inanellò da allora molte altre prestazioni di primissimo piano, rappresentando davvero la punta d'eccellenza del movimento provinciale.
Nel 1980 fu comunque un altro asso trentino, Stefano Moncher, a salire sul podio, terzo dietro Taruffi e Braga.
Ad Arco vennero negli anni figure scacchistiche davvero di grande rilievo. Lev Alburt per esempio, che si aggiudicò il torneo 1981 e che in carriera è stato per tre volte campione statunitense. Poi il gm argentino di origine austriaca, Erich Eliskases, che vinse due medaglie d'oro alle Olimpiadi di scacchi, riuscì a vincere in carriera contro Fischer, Euwe e Capablanca e fu il secondo di Alechin nel vincente match per il titolo mondiale contro Euwe.
Nel 1982 e 1983 la federazione scacchistica assegnò ad Arco il Campionato italiano assoluto, che si svolse in concomitanza col Festival, che quell'anno contò ben 144 concorrenti, dei quali 34 nella sola categoria magistrale. Vinse il norvegese Tor Kristiansen davanti a Slobodan Kovacevic e a de Eccher. Quanto al torneo tricolore, la prima edizione arcense vide la vittoria del m.i. milanese Bela Toth, davanti al napoletano Mario Cocozza e al romano Mario Sibilio; l'edizione successiva segnò invece il trionfo di Stefano Tatai da Roma, dopo che l'anno precedente aveva abbandonato polemicamente la gara in corso. Con lui sul podio salirono ancora Cocozza e il cagliaritano Gianlazzaro Sanna. Toth e Tatai – ça va sans dire - sono due autentici assi dello scacchismo italiano, il secondo (scomparso nel 2017) accumulerà addirittura dodici titoli nazionali, record insuperato.
Ad arricchire il ventaglio di manifestazioni scacchistiche arcensi arrivarono ben quattro edizioni dei Campionati italiani di categoria seniores: nel 1982 (1° Enrico Paoli, 2° Alfred Rubinstein, 3° Elio Romani), nel 1989 (1° Umberto Masera, 2 ° Antonio Magrin, 3° Paolo Milin), nel 1990 (1° Bruno Milanesi, 2° Enzo Lucin, 3° Alfred Rubinstein) e poi in tempi ben più recenti nel 2013 (vittoria di Giuseppe Valenti).
Il festival intanto proseguiva per la sua strada, sempre organizzato dal circolo locale, alla cui presidenza – dopo Casentini – si succedettero Giovanni Turrini e poi Giampaolo Amato. Ci fu quindi un momento di grave difficoltà del club, tant'è che servì una sorta di rifondazione, con nuovo direttivo presieduto da Renato Rigo, cui seguirono Ruggero Bonisolli, Marco Rigo e Andrea Nodari,
Il festival scacchistico stesso visse per un certo periodo delle notevoli difficoltà, tant'è che saltarono le edizioni degli anni 1988, 1990, 1994 e 1995. Furono anni altalenanti per lo scacchismo altogardesano, non senza momenti positivi: nel 1993 il presidente Nodari mise in campo addirittura due Festival Internazionali, spostando la sede di gioco presso l’Hotel Villa delle Rose di Arco. La XVII edizione vide sul
podio il m.i. bosniaco Sahbaz Nurkic seguito dai croati Milan Mrdja e Rikard
Medancic (grande amico di Arco e del suo torneo).
Se però il cuore del festival riprese a battere chiudendo definitivamente la fase delle incertezze e delle edizioni saltate, si deve in particolare al fatto che Cristina Pernici, arbitro internazionale e residente ad Arco, ne rilevò personalmente l'organizzazione dal 1996, fondando un apposito Comitato Manifestazioni Scacchistiche, del tutto autonomo dal circolo cittadino.
Cristina bruciò le tappe e nel 2001 fu riconosciuta come Organizzatrice Internazionale FIDE: la prima in Italia, seguita poi da Scalfi, Garrett, Zoldan e Pedini.
Nel suo bouquet di tornei, il Festival non rimase isolato: riuscì infatti a portare ad Arco ben 3 Campionati Mondiali Seniores (edizioni 2001 - 2009 - 2010) e poi altri due li organizzò ad Acqui Terme nel 2015 e 2017 (perché Arco non aveva fondi sufficienti per sostenere due grossi eventi come Festival e Mondiale).
Nel 2001 si toccò il record di presenze al Casinò: 180 per il torneo internazionale, altri 180 per il campionato degli over 60! Una curiosità: nel 2004 e solo per quell'edizione, il Festival si trasferì al Palace Hotel Città, poco lontano dal Casinò stesso.
I momenti gloriosi della manifestazione furono molti altri, come quando – nel 2005 – al torneo s'iscrive e gioca un certo Fabiano Caruana, due anni prima di diventare grande maestro alla verdissima età di 14 anni, 11 mesi e 20 giorni. "Faboulous Fab" si piazza 14°, con 6 punti su 9 partite. In quella stessa edizione era atteso al Casinò di Arco anche tale... Magnus Carlsen e soltanto un banale malanno di stagione impedì al nostro torneo di iscrivere nell'albo d'oro pure il futuro campionissimo del mondo!
Un altro pezzo di storia è legata poi al nome del maestro Fide statunitense Stuart Wagman, che giocò ad Arco dal 1997 al 2006 e che se n'è andato nel novembre 2007. Dall'anno successivo è stato istituito in suo onore il "Premio Wagman" per la partita più bella.
Il festival è diventato davvero il percorso di tante belle storie sportive e umane. Tante nazionalità, tante lingue e culture unite ad Arco dalla passione per gli scacchi.
Se Austria, Germania, Russia e paesi slavi sono le provenienze più frequenti dei giocatori, va detto però che lungo le quaranta edizioni la nostra città ha stretto rapporti scacchistici davvero con tutto il pianeta: nel 2009 è arrivato anche un gruppo di giocatori dal Ghana, nel 2014 un altro drappello di giocatori dal Kuwait. Molte le origini davvero lontane ed "esotiche": Malawi, Mongolia, Oman, Nuova Zelanda, Malesia, Isole Faroe, Aruba, Botswana, Panama. E la storia non finisce qui, attendiamo magari un birmano o un esquimese...
􀁗

Nessun commento:

Posta un commento