Divagazioni letterarie, in chiave scacchistica naturalmente. Qui a giocare con la prozia della ragazza amata è il protagonista di "Cavalli selvaggi", il romanzo di Cormac Mc Carthy che fa parte della sua cosiddetta Trilogia della frontiera.
(...) "Tirò la sedia verso di sé, sedette, posò il cappello sulla sedia accanto e guardò la scacchiera. Lei la spinse delicatamente verso di lui col pollice della mano. I quadrati chiari e scuri alternati erano di noce e di acero, il bordo era intarsiato di madreperla e le due serie di scacchi erano di avorio e di corno nero. Mio nipote non gioca con me, disse lei. Di solito lo sbaraglio. Si dice così no?
Sì signora. Penso di sì.
"Era mancina come John Grady o comunque giocava con la sinistra cui mancavano le ultime due dita, ma il ragazzo se ne accorse solo a metà partita. Quando lui le mangiò la regina, lei finalmente di arrese, gli sorrise per complimentarsi e indicò la scacchiera con una certa impazienza. Nel bel mezzo della seconda partita, quando lui le aveva già mangiato entrambi i cavalli e un alfiere, lei fece due mosse che lo costrinsero a una pausa di riflessione. Lui studiò la scacchiera. Si rese conto che lei si aspettava che lui si arrendesse, e si rese anche conto di averci effettivamente pensato e che lei ci aveva pensato prima di lui. S'appoggiò allo schienale e studiò il gioco. Lei lo guardava. John Grady si chinò in avanti, mosse l'alfiere e le diede scacco matto in quattro mosse.
"Che stupida, disse. Il cavallo della regina. Un errore madornale. Lei gioca benissimo.
Sì, signora, anche lei.
(...) Un'altra? disse lei.
Certo signora.
Duena Alfonsa fece una mossa d'apertura ch
e lui non aveva mai visto prima. Alla fine lui perse la regina e s'arrese. Lei sorrise e lo guardò. (...)
Se rifacessi quell'apertura non otterrei più lo stesso effetto.
Non l'avevo mai vista prima.
L'ha inventata il campione irlandese Pollock. L'ha chiamata l'apertura del re. Temevo che lei la conoscesse.
Un giorno mi piacerebbe rivederla.
Certo, naturalmente".