Fu
per festeggiare il decennale di fondazione del circolo scacchistico
altogardesano, che il presidente Umberto Zanin ebbe l'idea di
allestire – nel magnifico Salone delle Feste del Casinò
municipale, ampio e luminoso - una manifestazione agonistica di
carattere internazionale. Già nel '74 Zanin aveva portato ad Arco il
Campionato italiano assoluto semilampo, ora alzava significativamente
il tiro.
Nell'ottobre
1975 si celebrò così il 1° Festival Scacchistico Internazionale
"Città di Arco", sostenuto dalla Cassa Rurale cittadina.
Il fondatore e presidente – che tale rimase fino al 1978 - aveva
conosciuto qualche tempo prima l'arbitro Gino Piccinin (1911-1995),
in occasione dell'ottimo torneo allora proposto da Madonna di
Campiglio. Vi aveva partecipato su incitamento di Enzo Lucin, il
candidato maestro allora direttore della filiale arcense della Cassa
di Risparmio.
L'austero
e serissimo Piccinin fu quindi ingaggiato per arbitrare il festival e
per tanti anni continuò a dirigerlo con la sua indiscutibile
autorevolezza e preparazione, riconosciute dal mondo scacchistico al
punto da affidargli, nel 1981, la conduzione della sfida mondiale di
Merano tra Karpov e Korchnoy.
Il
torneo 1975 fu vinto dallo svizzero Heinrich Tanner davanti a Elio
Romani di Lecco e Franco Trabattoni di Seregno. Ai piedi del podio
s'infilò il maestro trentino Umberto Masera, per tanti anni
eccellenza dello scacchismo provinciale. Ospite d'onore della
manifestazione fu l'unico grande maestro allora esistente in Italia,
Sergio Mariotti. Anche il circolo si prese qualche soddisfazione, con
Zanin 4° tra le III nazionali e i giovani Cis e Cuniali promossi
alla stessa categoria.
A
lavorare tra le file del circolo organizzatore c'era allora un
direttivo forte di appassionati come il dirigente d'azienda
Casentini, il medico anestesista Giuliano Fambri, l'insegnante
Giovanni Cis, l'altro dirigente d'azienda Marco Santoni, il fotografo
Arlunno, i ledrensi Lutterotti ed Eugenio Cuniali.
La
manifestazione prese subito piede e notorietà. Per anni la formula
del festival fu quella dei tornei separati per le tre categorie
nazionali (terza, seconda, prima) e per la categoria magistrale.
Tutti si giocavano la possibilità di guadagnare sul campo la
promozione alla categoria superiore, raggiungendo una determinata
soglia di punteggio. Il risultato "ottico" era che le
diverse zone del salone identificavano nettamente il livello dei
giocatori, con posto d'onore naturalmente per quelli più forti,
subito sotto il palco arbitrale.
Nel
1978 – III edizione, con la presidenza del circolo organizzatore
rilevata da Gianni Casentini - la vittoria arrise al francese Alex
Casa, maestro internazionale nella composizione di problemi
scacchistici. L'anno dopo arrivò quella che rimane l'unica
vittoria trentina, siglata da Stefano de Eccher davanti a Daniele
Taruffi e al tedesco Wolfgang Gufler.
L'avvocato trentino (maestro Fide) inanellò da allora molte altre
prestazioni di primissimo piano, rappresentando davvero la punta
d'eccellenza del movimento provinciale.
Nel
1980 fu comunque un altro asso trentino, Stefano Moncher, a salire
sul podio, terzo dietro Taruffi e Braga.
Ad
Arco vennero negli anni figure scacchistiche davvero di grande
rilievo. Lev Alburt per esempio, che si aggiudicò il torneo 1981 e
che in carriera è stato per tre volte campione statunitense. Poi il
gm argentino di origine austriaca, Erich Eliskases, che vinse due
medaglie d'oro alle Olimpiadi di scacchi, riuscì a vincere in
carriera contro Fischer, Euwe e Capablanca e fu il secondo di Alechin
nel vincente match per il titolo mondiale contro Euwe.
Nel
1982 e 1983 la federazione scacchistica assegnò ad Arco il
Campionato italiano assoluto, che si svolse in concomitanza col
Festival, che quell'anno contò ben 144 concorrenti, dei quali 34
nella sola categoria magistrale. Vinse il norvegese Tor Kristiansen
davanti a Slobodan Kovacevic e a de Eccher. Quanto al torneo
tricolore, la prima edizione arcense vide la vittoria del m.i.
milanese Bela Toth, davanti al napoletano Mario Cocozza e al romano
Mario Sibilio; l'edizione successiva segnò invece il trionfo di
Stefano Tatai da Roma, dopo che l'anno precedente aveva abbandonato
polemicamente la gara in corso. Con lui sul podio salirono ancora
Cocozza e il cagliaritano Gianlazzaro Sanna. Toth e Tatai – ça
va sans dire
- sono due autentici assi dello scacchismo italiano, il secondo
(scomparso nel 2017) accumulerà addirittura dodici titoli nazionali,
record insuperato.
Ad
arricchire il ventaglio di manifestazioni scacchistiche arcensi
arrivarono ben quattro edizioni dei Campionati italiani di categoria
seniores: nel 1982 (1° Enrico Paoli, 2° Alfred Rubinstein, 3° Elio
Romani), nel 1989 (1° Umberto Masera, 2 ° Antonio Magrin, 3° Paolo
Milin), nel 1990 (1° Bruno Milanesi, 2° Enzo Lucin, 3° Alfred
Rubinstein) e poi in tempi ben più recenti nel 2013 (vittoria di
Giuseppe Valenti).
Il
festival intanto proseguiva per la sua strada, sempre organizzato dal
circolo locale, alla cui presidenza – dopo Casentini – si
succedettero Giovanni Turrini e poi Giampaolo Amato. Ci fu quindi un
momento di grave difficoltà del club, tant'è che servì una sorta
di rifondazione, con nuovo direttivo presieduto da Renato Rigo, cui
seguirono Ruggero Bonisolli, Marco Rigo e Andrea Nodari,
Il
festival scacchistico stesso visse per un certo periodo delle
notevoli difficoltà, tant'è che saltarono le edizioni degli anni
1988,
1990, 1994 e 1995. Furono anni altalenanti per lo scacchismo
altogardesano, non senza momenti positivi: nel 1993 il presidente
Nodari mise in campo addirittura due
Festival Internazionali, spostando la sede di gioco presso l’Hotel
Villa delle Rose di Arco. La XVII edizione vide sul
podio
il m.i. bosniaco Sahbaz Nurkic seguito dai croati Milan Mrdja e
Rikard
Medancic
(grande amico di Arco e del suo torneo).
Se
però il cuore del festival riprese a battere chiudendo
definitivamente la fase delle incertezze e delle edizioni saltate, si
deve in particolare al fatto che Cristina Pernici, arbitro
internazionale e residente ad Arco, ne rilevò personalmente
l'organizzazione dal 1996, fondando un apposito Comitato
Manifestazioni Scacchistiche, del tutto autonomo dal circolo
cittadino.
Cristina
bruciò le tappe e nel 2001 fu riconosciuta come Organizzatrice
Internazionale FIDE: la prima in Italia, seguita poi da Scalfi,
Garrett, Zoldan e Pedini.
Nel suo bouquet di tornei, il Festival non rimase isolato: riuscì infatti a portare ad Arco ben 3 Campionati Mondiali Seniores (edizioni 2001 - 2009 - 2010) e poi altri due li organizzò ad Acqui Terme nel 2015 e 2017 (perché Arco non aveva fondi sufficienti per sostenere due grossi eventi come Festival e Mondiale).
Nel suo bouquet di tornei, il Festival non rimase isolato: riuscì infatti a portare ad Arco ben 3 Campionati Mondiali Seniores (edizioni 2001 - 2009 - 2010) e poi altri due li organizzò ad Acqui Terme nel 2015 e 2017 (perché Arco non aveva fondi sufficienti per sostenere due grossi eventi come Festival e Mondiale).
Nel
2001 si toccò il record di presenze al Casinò: 180 per il torneo
internazionale, altri 180 per il campionato degli over 60! Una
curiosità: nel 2004 e solo per quell'edizione, il Festival si
trasferì al Palace Hotel Città, poco lontano dal Casinò stesso.
I
momenti gloriosi della manifestazione furono molti altri, come quando
– nel
2005 – al torneo s'iscrive e gioca un certo Fabiano Caruana, due
anni prima di diventare grande maestro alla verdissima età di 14
anni, 11 mesi e 20 giorni. "Faboulous Fab" si piazza 14°,
con 6 punti su 9 partite. In quella stessa edizione era atteso al
Casinò di Arco anche tale... Magnus Carlsen e soltanto un banale
malanno di stagione impedì al nostro torneo di iscrivere nell'albo
d'oro pure il futuro campionissimo del mondo!
Un
altro pezzo di storia è legata poi al nome del maestro Fide
statunitense Stuart Wagman, che giocò ad Arco dal 1997 al 2006 e che
se n'è andato nel novembre 2007. Dall'anno successivo è stato
istituito in suo onore il "Premio Wagman" per la partita
più bella.
Il festival è diventato davvero il percorso di tante belle storie sportive e umane. Tante nazionalità, tante lingue e culture unite ad Arco dalla passione per gli scacchi.
Se Austria, Germania, Russia e paesi slavi sono le provenienze più frequenti dei giocatori, va detto però che lungo le quaranta edizioni la nostra città ha stretto rapporti scacchistici davvero con tutto il pianeta: nel 2009 è arrivato anche un gruppo di giocatori dal Ghana, nel 2014 un altro drappello di giocatori dal Kuwait. Molte le origini davvero lontane ed "esotiche": Malawi, Mongolia, Oman, Nuova Zelanda, Malesia, Isole Faroe, Aruba, Botswana, Panama. E la storia non finisce qui, attendiamo magari un birmano o un esquimese...
Il festival è diventato davvero il percorso di tante belle storie sportive e umane. Tante nazionalità, tante lingue e culture unite ad Arco dalla passione per gli scacchi.
Se Austria, Germania, Russia e paesi slavi sono le provenienze più frequenti dei giocatori, va detto però che lungo le quaranta edizioni la nostra città ha stretto rapporti scacchistici davvero con tutto il pianeta: nel 2009 è arrivato anche un gruppo di giocatori dal Ghana, nel 2014 un altro drappello di giocatori dal Kuwait. Molte le origini davvero lontane ed "esotiche": Malawi, Mongolia, Oman, Nuova Zelanda, Malesia, Isole Faroe, Aruba, Botswana, Panama. E la storia non finisce qui, attendiamo magari un birmano o un esquimese...
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