Josè Capablanca |
Si tratta di Il gioco dei re, per la regia di Marco Sciaccaluga, al cui centro stanno il cubano José Raúl Capablanca (1888-1942), campione del mondo di scacchi dal 1921 al 1927, e il russo Alexander Alekhine (1892-1946), che sconfisse Capablanca in una sfida passata alla storia e rimase in carica, con una breve interruzione, sino alla morte.
«Questa è la storia di due amici, nella prima metà del ventesimo secolo» anticipa Luca Viganò: «Le loro parabole inverse, entrambe caratterizzate dall’ascesa e dalla conseguente caduta, coincidono con le parabole delle fasi storiche del primo Novecento. Il “re bianco”, Capablanca, aveva tutto (il titolo di campione del mondo, l’amore, la bella vita) e se lo è lasciato sfuggire dalle mani un po’ a causa della propria incapacità di vivere in modo consapevole e un po’ perché il crollo della borsa di Wall Street nel 1929 e la Grande Depressione glielo hanno portato via. Il “re nero”, Alekhine, passerà tutta la vita a cercare di colmare un vuoto che era cominciato con il suo esilio, quando lui, russo di nascita, era stato dichiarato nemico della patria dall’Unione Sovietica».
Gli scacchi come metafora e specchio della Storia, pertanto. Personaggi “veri” per raccontare un conflitto dalla valenza universale. Con Antonio Zavatteri (José Raúl Capablanca) e Aldo Ottobrino (Alexander Alekhine), ci sono anche - alcuni impegnati in più ruoli - Alice Arcuri (María Graupera, Gloria, Olga Choubaroff), Fabrizio Careddu (José María Capablanca e “Julius W. "Nicky" Arnstein), Cristiano Dessì (uno strillone del New York Times), Alberto Giusta (Emanuel Lasker) e Massimo Mesciulam (un vecchio giocatore di scacchi). Scene e costumi di Guido Fiorato.
Strutturata sul filo di una drammaturgia aperta, che procede attraverso una quarantina di scene (alcune anche molto brevi) nelle quali s’intrecciano i luoghi più diversi (da un interno famigliare a un giardino pubblico, da un piroscafo a una sala da torneo di scacchi) e il tempo non scorre in modo sempre lineare, Il gioco dei re parla di scacchi sullo sfondo degli avvenimenti storici della prima metà del Novecento e mette in scena le relazioni e i conflitti umani con l’appassionata razionalità con cui si gioca una partita a scacchi.
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