Lo scorso 15 marzo 2012 il
Parlamento Europeo ha approvato la “Dichiarazione Scritta 50/2011” nella quale si invitano formalmente
le Nazioni che fanno parte dell’Unione Europea ad inserire gli Scacchi tra le
materie curriculari della Scuola.
I Parlamentari Europei hanno quindi riconosciuto gli
aspetti profondamente culturali degli
Scacchi, che ne fanno, al di là del lato agonistico e tecnico, qualcosa di più
di un semplice gioco e di uno sport, grazie anche e soprattutto ai molteplici
legami con la letteratura, la pittura, il teatro, il cinema, l’informatica, la
musica, e molte altre materie e discipline.
Inoltre, come hanno ampiamente
dimostrato numerosi studi scientifici, gli Scacchi sono ricchi di elementi
educativi, formativi e riabilitativi che favoriscono la crescita dei giovani e
si sono rivelati particolarmente utili per risolvere situazioni di disagio scolastico, bullismo, deficit
cognitivi e favorire l’inserimento in un gruppo di portatori di
handicap.
Come da prassi,
il Parlamento Europeo ha poi comunicato
ufficialmente ai Parlamenti nazionali ed ai Ministeri competenti i
dettagli della “Dichiarazione” firmata da una
netta maggioranza di eurodeputati (415 su un totale di
754).
La “Dichiarazione” è stata
recepita finora da 15 Nazioni, che hanno o già inserito gli Scacchi tra le
materie curriculari o avviato corsi di formazione per i Docenti così da poter
iniziare con l’anno scolastico 2014/15.
L’Italia, anche
perché finora ci sono stati problemi più importanti, non aveva ancora preso in
considerazione la “Dichiarazione” . Finalmente lo scorso 20 novembre
l’on. Piergiorgio Carrescia ha
chiesto al Governo aggiornamenti sul recepimento della dichiarazione europea
sugli scacchi a scuola e si è spinto a chiedere risorse per le scuole che
intendono aderire.
Di seguito il testo completo
dell’interrogazione al MIUR.
Adolivio
Capece
Ufficio stampa
Federscacchi
ATTO CAMERA
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 122 del 20/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: CARRESCIA PIERGIORGIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/11/2013
Destinatari
Ministero destinatario:
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-02585
presentato da
CARRESCIA Piergiorgio
testo di
Mercoledì 20 novembre 2013, seduta n. 122
CARRESCIA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
il Parlamento europeo, visti gli articoli 6 e 165 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e l'articolo 123 del suo regolamento, considerando che il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale e può contribuire alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l'integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro diverse dipendenze; che indipendentemente dall'età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l'intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali; e che gli scacchi insegnano inoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo; ha approvato la dichiarazione scritta n. 0050/2011 (GUCE 31 agosto 2013) sull'introduzione del programma «Scacchi a scuola» nei sistemi d'istruzione dell'Unione europea ed ha invitato gli Stati membri a incoraggiare l'introduzione del programma «Scacchi a scuola» nei sistemi d'istruzione;
negli ultimi anni le attività di diffusione scacchistica nelle istituzioni scolastiche si sono moltiplicate in molte regioni italiane, dirigenti scolastici e docenti mostrano un grande interesse per la nostra disciplina, in relazione all'attività didattica propria delle varie scuole, ed in generale alla formazione degli studenti;
molte recenti ricerche nel campo della didattica evidenziano il ruolo di attività che riescano a coinvolgere attivamente lo studente nei processi di apprendimento come quella scacchistica;
una ricerca, denominata «Gli scacchi: un gioco per crescere», è stata realizzata presso otto classi terze di scuola primaria nel 2007 dal professore Roberto Trinchero, docente di pedagogia sperimentale presso la facoltà di scienze della formazione dell'università degli studi di Torino, ed ha rilevato come il gioco degli scacchi possa essere un valido ausilio per il potenziamento delle abilità cognitive degli alunni. Detta ricerca ha valutato l'efficacia degli istruttori della federazione scacchistica italiana e dei protocolli didattici da loro impiegati, permettendo di poter affermare che, quando impiegato come strumento pedagogico, il gioco degli scacchi può ben supportare il compito degli insegnanti;
la pratica scacchistica, oltre alla naturale stimolazione delle competenze logiche, porta all'affinamento dell'intuizione e delle capacità gestionali di qualunque situazione, che produca la considerazione e l'accettazione dei propri limiti e degli eventuali insuccessi, consolidando tramite il gioco il rispetto delle regole e dell'avversario, l'esercizio della pazienza e della correttezza;
gli scacchi possono rivelarsi un importante strumento didattico per la rimozione di alcuni ostacoli all'apprendimento sia sul piano comportamentale, motivando all'impegno verso un progetto strategico scelto autonomamente, sia su quello delle connessioni logiche, favorendo soprattutto i rapporti di causa-effetto e le aperture del pensiero divergente pur nell'applicazione del pensiero convergente. In particolare, si ritiene che questo tipo di interventi possano essere valido supporto per lo sviluppo di competenze matematiche come declinate nei programmi PISA, cioè connesse ad un uso più ampio e funzionale della matematica, dove si richiede una applicazione nel riconoscere e formulare problemi matematici in varie situazioni (PISA 2003);
i risultati ottenuti ai test PISA suggeriscono che gli studenti italiani non sanno applicare le abilità costruite a scuola in contesti meno strutturati di quelli in cui sono soliti svolgere le loro attività scolastiche; essi mostrano difficoltà nei processi di riflessione, riproduzione e connessione delle conoscenze matematiche (Fonte UMI);
questo tipo di difficoltà emergono soprattutto a causa di un pensiero non-scientifico. Gli studenti non sono abituati a pensare usando un rigoroso e coerente approccio scientifico, o meglio, non lo ritengono un riferimento essenziale in molte attività perché lo ritengono circoscritto ad ambiti ben delimitati. Tutte queste considerazioni sono frequentemente presenti nei progetti didattici che sono prodotti dagli istruttori e/o dai docenti impegnati nelle attività scacchistiche a scuola;
si rileva però che, a fronte di questo lodevole impegno, non esiste un modo organico di approcciarsi a questo nuovo strumento della didattica e molti dei benefici possibili sono dispersi nei rivoli della poca esperienza nel coniugare dette istanze formative nei tempi e modi adeguati;
attività di avviamento al gioco degli scacchi sono ormai diffuse su tutto il territorio nazionale; sovente questi progetti si sono sviluppati su base locale e a volte in modo sporadico, tramite associazioni scacchistiche le quali, supportando la richiesta degli istituti scolastici a loro vicini, possono fornire istruttori Federazione scacchistica italiana C.O.N.I., in grado di intervenire sulle classi in qualità di «esperti esterni», sia in orario curricolare che extra curricolare;
la diffusione del gioco degli scacchi nelle scuole sembra quindi dovuta ad una brillante intuizione di un certo numero di docenti che però si scontra con le rigidità del sistema e con l'obiettiva difficoltà nell'introdurre le lezioni da parte degli istruttori Federazione scacchistica italiana C.O.N.I., quando richiesti come esperti, che non appartengono al mondo della scuola;
è perciò molto importante per migliorare il sistema scolastico nazionale accogliere l'invito del Parlamento europeo ed introdurre il programma «Scacchi a scuola» nel sistema d'istruzione;
sono necessarie azioni da parte del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca per motivare utilmente i docenti della scuola pubblica, affinché essi possano sentirsi adeguati nelle rispettive competenze tecniche, necessarie all'insegnamento del gioco degli scacchi, sapendo ben impiegare questo strumento pedagogico con le finalità sopra esposte;
esistono già significative esperienze in Italia quale quella nella regione Piemonte dove tramite, il relativo Comitato regionale della federazione scacchistica italiana si è potuto avviare già dal 2005, in forma coordinata con l'ufficio scolastico regionale e il settore istruzione della regione Piemonte, il progetto «Scacchi a scuola in Piemonte», che per il livello qualitativo e quantitativo raggiunto è considerato un esempio di eccellenza nella diffusione scacchistica scolastica e si colloca tra i principali progetti in ambito internazionale;
la Federazione scacchistica italiana ha elaborato numerose proposte per la diffusione dell'attività scacchistica e, nel settore scolastico, è quanto mai significativa quella denominata «Scacchi a scuola in Italia» che intende fornire un percorso di didattica scacchistica – scolastica alle classi della scuola primaria, in orario scolastico, della durata minima di 50 ore complessive (10 ore per anno) così articolato in varie fasi: a) psicomotricità su scacchiera gigante; b) formazione docenti scolastici; c) insegnamento agli alunni tramite l'utilizzo di internet/intranet; d) impiego degli istruttori federazione scacchistica italiana CONI;
diversi Paesi hanno già varato programmi governativi che prevedono l'inserimento organico degli scacchi a scuola, tra cui la Cina, la Turchia e l'Egitto, tramite il loro relativo Ministero dell'istruzione. Rendere il gioco degli scacchi una materia scolastica, come appunto sta succedendo altrove, sarebbe ora poco pertinente alla nostra realtà nazionale, in quanto si può definire questo un momento di profonda innovazione strutturale della stessa scuola pubblica, con tutti i risvolti che ciò comporta;
incoraggiare però l'introduzione del programma «Scacchi a scuola» verificando e attualizzando il protocollo d'intesa fra FSI e Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 2008 e destinando risorse specifiche per gli istituti che partecipano al progetto può costituire un modo efficace per migliorare in tempi brevi il servizio scolastico offerto –:
quali iniziative intenda assumere il Governo, in attuazione della dichiarazione scritta n. 0050/2011 del Parlamento europeo, per promuovere ed incentivare l'introduzione del programma «Scacchi a scuola» nel sistema d'istruzione nazionale, se intende attualizzare il Protocollo firmato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca con la FSI nel 2008 e quante risorse intende destinare a favore degli istituti che aderiscono a tale programma. (4-02585)
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02585
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 122 del 20/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: CARRESCIA PIERGIORGIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/11/2013
Destinatari
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-02585
presentato da
CARRESCIA Piergiorgio
testo di
Mercoledì 20 novembre 2013, seduta n. 122
CARRESCIA. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
il Parlamento europeo, visti gli articoli 6 e 165 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e l'articolo 123 del suo regolamento, considerando che il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale e può contribuire alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l'integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro diverse dipendenze; che indipendentemente dall'età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l'intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali; e che gli scacchi insegnano inoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo; ha approvato la dichiarazione scritta n. 0050/2011 (GUCE 31 agosto 2013) sull'introduzione del programma «Scacchi a scuola» nei sistemi d'istruzione dell'Unione europea ed ha invitato gli Stati membri a incoraggiare l'introduzione del programma «Scacchi a scuola» nei sistemi d'istruzione;
negli ultimi anni le attività di diffusione scacchistica nelle istituzioni scolastiche si sono moltiplicate in molte regioni italiane, dirigenti scolastici e docenti mostrano un grande interesse per la nostra disciplina, in relazione all'attività didattica propria delle varie scuole, ed in generale alla formazione degli studenti;
molte recenti ricerche nel campo della didattica evidenziano il ruolo di attività che riescano a coinvolgere attivamente lo studente nei processi di apprendimento come quella scacchistica;
una ricerca, denominata «Gli scacchi: un gioco per crescere», è stata realizzata presso otto classi terze di scuola primaria nel 2007 dal professore Roberto Trinchero, docente di pedagogia sperimentale presso la facoltà di scienze della formazione dell'università degli studi di Torino, ed ha rilevato come il gioco degli scacchi possa essere un valido ausilio per il potenziamento delle abilità cognitive degli alunni. Detta ricerca ha valutato l'efficacia degli istruttori della federazione scacchistica italiana e dei protocolli didattici da loro impiegati, permettendo di poter affermare che, quando impiegato come strumento pedagogico, il gioco degli scacchi può ben supportare il compito degli insegnanti;
la pratica scacchistica, oltre alla naturale stimolazione delle competenze logiche, porta all'affinamento dell'intuizione e delle capacità gestionali di qualunque situazione, che produca la considerazione e l'accettazione dei propri limiti e degli eventuali insuccessi, consolidando tramite il gioco il rispetto delle regole e dell'avversario, l'esercizio della pazienza e della correttezza;
gli scacchi possono rivelarsi un importante strumento didattico per la rimozione di alcuni ostacoli all'apprendimento sia sul piano comportamentale, motivando all'impegno verso un progetto strategico scelto autonomamente, sia su quello delle connessioni logiche, favorendo soprattutto i rapporti di causa-effetto e le aperture del pensiero divergente pur nell'applicazione del pensiero convergente. In particolare, si ritiene che questo tipo di interventi possano essere valido supporto per lo sviluppo di competenze matematiche come declinate nei programmi PISA, cioè connesse ad un uso più ampio e funzionale della matematica, dove si richiede una applicazione nel riconoscere e formulare problemi matematici in varie situazioni (PISA 2003);
i risultati ottenuti ai test PISA suggeriscono che gli studenti italiani non sanno applicare le abilità costruite a scuola in contesti meno strutturati di quelli in cui sono soliti svolgere le loro attività scolastiche; essi mostrano difficoltà nei processi di riflessione, riproduzione e connessione delle conoscenze matematiche (Fonte UMI);
questo tipo di difficoltà emergono soprattutto a causa di un pensiero non-scientifico. Gli studenti non sono abituati a pensare usando un rigoroso e coerente approccio scientifico, o meglio, non lo ritengono un riferimento essenziale in molte attività perché lo ritengono circoscritto ad ambiti ben delimitati. Tutte queste considerazioni sono frequentemente presenti nei progetti didattici che sono prodotti dagli istruttori e/o dai docenti impegnati nelle attività scacchistiche a scuola;
si rileva però che, a fronte di questo lodevole impegno, non esiste un modo organico di approcciarsi a questo nuovo strumento della didattica e molti dei benefici possibili sono dispersi nei rivoli della poca esperienza nel coniugare dette istanze formative nei tempi e modi adeguati;
attività di avviamento al gioco degli scacchi sono ormai diffuse su tutto il territorio nazionale; sovente questi progetti si sono sviluppati su base locale e a volte in modo sporadico, tramite associazioni scacchistiche le quali, supportando la richiesta degli istituti scolastici a loro vicini, possono fornire istruttori Federazione scacchistica italiana C.O.N.I., in grado di intervenire sulle classi in qualità di «esperti esterni», sia in orario curricolare che extra curricolare;
la diffusione del gioco degli scacchi nelle scuole sembra quindi dovuta ad una brillante intuizione di un certo numero di docenti che però si scontra con le rigidità del sistema e con l'obiettiva difficoltà nell'introdurre le lezioni da parte degli istruttori Federazione scacchistica italiana C.O.N.I., quando richiesti come esperti, che non appartengono al mondo della scuola;
è perciò molto importante per migliorare il sistema scolastico nazionale accogliere l'invito del Parlamento europeo ed introdurre il programma «Scacchi a scuola» nel sistema d'istruzione;
sono necessarie azioni da parte del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca per motivare utilmente i docenti della scuola pubblica, affinché essi possano sentirsi adeguati nelle rispettive competenze tecniche, necessarie all'insegnamento del gioco degli scacchi, sapendo ben impiegare questo strumento pedagogico con le finalità sopra esposte;
esistono già significative esperienze in Italia quale quella nella regione Piemonte dove tramite, il relativo Comitato regionale della federazione scacchistica italiana si è potuto avviare già dal 2005, in forma coordinata con l'ufficio scolastico regionale e il settore istruzione della regione Piemonte, il progetto «Scacchi a scuola in Piemonte», che per il livello qualitativo e quantitativo raggiunto è considerato un esempio di eccellenza nella diffusione scacchistica scolastica e si colloca tra i principali progetti in ambito internazionale;
la Federazione scacchistica italiana ha elaborato numerose proposte per la diffusione dell'attività scacchistica e, nel settore scolastico, è quanto mai significativa quella denominata «Scacchi a scuola in Italia» che intende fornire un percorso di didattica scacchistica – scolastica alle classi della scuola primaria, in orario scolastico, della durata minima di 50 ore complessive (10 ore per anno) così articolato in varie fasi: a) psicomotricità su scacchiera gigante; b) formazione docenti scolastici; c) insegnamento agli alunni tramite l'utilizzo di internet/intranet; d) impiego degli istruttori federazione scacchistica italiana CONI;
diversi Paesi hanno già varato programmi governativi che prevedono l'inserimento organico degli scacchi a scuola, tra cui la Cina, la Turchia e l'Egitto, tramite il loro relativo Ministero dell'istruzione. Rendere il gioco degli scacchi una materia scolastica, come appunto sta succedendo altrove, sarebbe ora poco pertinente alla nostra realtà nazionale, in quanto si può definire questo un momento di profonda innovazione strutturale della stessa scuola pubblica, con tutti i risvolti che ciò comporta;
incoraggiare però l'introduzione del programma «Scacchi a scuola» verificando e attualizzando il protocollo d'intesa fra FSI e Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 2008 e destinando risorse specifiche per gli istituti che partecipano al progetto può costituire un modo efficace per migliorare in tempi brevi il servizio scolastico offerto –:
quali iniziative intenda assumere il Governo, in attuazione della dichiarazione scritta n. 0050/2011 del Parlamento europeo, per promuovere ed incentivare l'introduzione del programma «Scacchi a scuola» nel sistema d'istruzione nazionale, se intende attualizzare il Protocollo firmato dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca con la FSI nel 2008 e quante risorse intende destinare a favore degli istituti che aderiscono a tale programma. (4-02585)
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02585
Nessun commento:
Posta un commento